Il tema della trasformazione digitale è esploso in Italia a seguito dei drammatici avvenimenti di questo 2020 ormai agli sgoccioli.
Tuttavia, anche qui da noi sono ormai dieci anni che la questione è presente nel dibattito accademico e imprenditoriale. Le soluzioni proposte sono di vario tipo: la maggior parte pone l’accento sulla dimensione tecnologica, per cui la trasformazione digitale sarebbe soprattutto una questione di hardware e software.
Qualche altra sottolinea l’aspetto organizzativo/gestionale, altre evidenziano i vantaggi derivanti dalle sovvenzioni pubbliche per l’innovazione o l’importanza del digitale per il marketing; altre ancora, poche a dire il vero, mettono al centro il fattore umano.
In questo articolo facciamo il punto sulla trasformazione digitale, cercando di mettere ben in chiaro non solo le opportunità che offre ma anche i rischi che nasconde. E soprattutto spiegando come e perché possa adattarsi alla situazione di qualunque attività d’impresa italiana, di qualsiasi dimensione essa sia.
Dunque,
Che cos’è la trasformazione digitale?
Cominciamo col dire che siamo d’accordo con i più autorevoli punti di vista sulla questione (vedi per es. qui e qui): la trasformazione digitale richiede innanzitutto un approccio olistico e integrato a ogni settore della realtà aziendale.
Questo equivale a dire che per far funzionare davvero la trasformazione digitale devi concepirla come un contenitore all’interno del quale devi poter collocare ogni aspetto della tua organizzazione.
Se qualcosa resta fuori, costituirà per sempre un vincolo alla riuscita del tuo progetto.
Lungi dall’essere un ostacolo, il carattere olistico della Trasformazione Digitale rappresenta una straordinaria opportunità, soprattutto per quelle aziende di piccole dimensioni e per quella realtà imprenditoriale di imprese familiari di cui è fatto il tessuto produttivo italiano.
In questi casi un approccio olistico e integrato è già presente nel DNA dell’azienda, nella visione e nella capacità gestionale di cui finora ha saputo dare prova il fondatore, il capo famiglia, l’imprenditore.
Quindi paradossalmente (ma neanche poi tanto …) se riesci a superare il timore di cambiare, se abbandoni la certezza del ripeterti che “abbiamo sempre fatto così”, il fulcro della digital trasformation della tua azienda sei proprio tu. E questa non è una frase a effetto, è la realtà di tante imprese come la tua in tutto il mondo, come ha dimostrato questa ricerca di McKinsey a proposito del ruolo fondamentale dei CEO.
Hai dei dubbi? E’ vero e lo sappiamo.
Ci vuole la cultura giusta, la mentalità giusta, il coraggio di intraprendere strade nuove e sei convinto che ora non è il momento. Ma te lo vogliamo ricordare: non l’hai già fatto qualche anno fa? Quando eri più giovane? Allora era il momento giusto? Siamo convinti che la tua esperienza non debba andare sprecata.
Il fatto che la trasformazione digitale sia questo gran contenitore nasconde però anche un serio rischio.
Se nel business analogico (chiamiamolo così per brevità) era possibile contenere le diseconomie prodotte dagli errori di progettazione e di gestione in margini accettabili di perdita, limitati a quel particolare settore dell’azienda, nel business digitale questi margini si assottigliano enormemente e gli errori si amplificano. E spesso ci se ne rende conto troppo tardi.
Questo vuol dire che nella trasformazione digitale occorre saper distinguere, non basta acquistare un software gestionale anche se sofisticato ma è indispensabile avere un metodo: l’approccio olistico e integrato deve essere supportato da un’adeguata metodologia di analisi e implementazione.
Se pensi che questa operazione sia troppo complessa per la tua azienda, noi siamo d’accordo con te. La nostra esperienza trentennale ci ha insegnato che è davvero complesso, proprio come guidare un’automobile.
Se ti sembra paradossale, hai mai pensato a quante conoscenze, motivazioni, abilità ed energie utilizzi ogni volta che sali in macchina? E’ complesso, certo. Non impossibile. E’ per questo che abbiamo elaborato un nostro metodo.
Il metodo OMURA
Il metodo che in Omura abbiamo sviluppato e messo alla prova in più di trent’anni di esperienza nel settore ci consente di evidenziare e tenere sotto controllo la trasformazione digitale dell’azienda nella sua interezza con il “filtro” di quattro fattori fondamentali:
1. il fattore di performance (Business Process)
Ossia la struttura di base che consente alla tua azienda di generare valore nei rapporti con i propri clienti.
Qui agisce la nostra attività di analisi e di modellazione del processo di business secondo i più avanzati criteri del design thinking (prova a vedere anche il punto di vista di IBM Italia sulla questione);
2. il fattore abilitante (Information Technologies)
Ossia come e quanto l’introduzione di nuove tecnologie risulti effettivamente utile per la produzione di valore e per l’innovazione.
La nostra attività qui è esattamente di tipo sartoriale: le soluzioni hardware e software offerte dal mercato possono essere avanzate o meno, facili da usare o meno, l’importante è che si adattino perfettamente alle tue misure.
Se ti guardi intorno puoi facilmente cogliere la portata innovativa di tecnologie come i robot collaborativi (i cosiddetti COBOT), l’additive manufacturing, la realtà virtuale e aumentata, i digital twins, l’Industrial Internet of Things, il Cloud Manufacturing.
Conosciamo bene l’importanza di queste risorse ma nel nostro metodo è importante che esse rispondano prima di tutto a una domanda: riescono a rendere più efficaci i gesti quotidiani di ciascuno dei tuoi dipendenti?
3. il fattore trainante (Human Resources)
Ovvero quello delle risorse umane. In una delle epoche più in trasformazione della storia umana, mettere l’uomo al centro del cambiamento è la vera chiave.
Utilizzare gli elementi che lo rendono unico come la sua immaginazione, intuizione, empatia, etica e creatività genera forze di cambiamento esponenziali.
Avrai spesso sentito porre l’accento sulla resistenza al cambiamento delle risorse umane: noi pensiamo che non dipenda dalle persone ma dal tipo di coinvolgimento nel cambiamento che gli si propone. Non siamo più nel secolo scorso, quando era persino utile che l’operaio non sapesse nulla del processo produttivo di cui era un ingranaggio.
Adesso senza una partecipazione al perché aziendale, cioè senza agire sulle conoscenze, sulla motivazione e sulla comprensione del contesto in cui agisce è impossibile ottenere da ogni persona il risultato che le si propone.
In questo il metodo Omura rende organica una convinzione oggi diffusa: che la formazione e la cultura siano indispensabili alla trasformazione digitale;
4. il fattore cognitivo (Business Intelligence)
Ossia i dati e le informazioni che la tua azienda produce in ogni suo singolo reparto o ufficio.
Ogni attività umana per prosperare ha bisogno di informazioni chiare, affidabili, precise, tempestive: sappiamo che soltanto sulla base di questa business intelligence si può pensare di procedere a una trasformazione digitale complessiva e uno dei nostri primi obiettivi è quello di mettere a tua disposizione un quadro chiaro di questi dati.
Certo, sono soluzioni offerte anche da altri.
Ma se tradizionalmente l’approccio di business intelligence viene utilizzato per supportare le scelte aziendali nel classico processo generale di misurazione, analisi, decisione, azione, nel modello Omura la funzione di business intelligence viene ricondotta al suo valore essenziale: quello di dominare i dati, le informazioni provenienti dalla catena di produzione del valore aziendale.
In questo modo, si evitano le distorsioni organizzative derivanti dalla tentazione di supportare i processi decisionali solo in base ai dati.
Qualsiasi imprenditore italiano di successo sa che non è salutare farsi governare dai dati, ma bisogna saper guardare più avanti.
Noi pensiamo che se si utilizzano soltanto i dati per governare l’azienda si dimenticano le persone che fanno vivere l’azienda e il contesto civile in cui l’azienda vive. Questo si può anche pensare che sia salutare in un’impresa di dimensioni globali ma risulta troppo spesso distruttivo per una impresa italiana.
Processo rivoluzionario necessario
Per affrontare la trasformazione digitale è necessario aver ben chiaro un altro aspetto: la trasformazione digitale è un processo rivoluzionario che, se preso sul serio, avrà come effetto il mutamento di forma della tua azienda, non solo per la produzione e la distribuzione robotizzate, la supply chain controllata in tempo reale e i canali di vendita on line, ma per gli stessi spazi fisici dei tuoi uffici.
Per averne un esempio non bisogna guardare troppo lontano, basta entrare nella filiale della tua banca: ci sono ancora i vecchi uffici o ci sono solo pareti di vetro? Allo sportello si sta in piedi o ci sono poltroncine dappertutto? Lì dentro la trasformazione digitale è arrivata presto.
Questo è il motivo per cui gli esperti più autorevoli distinguono tra innovazione digitale e trasformazione digitale e segnalano la differenza tra tecnologie di abilitazione digitale come per esempio le applicazioni in cloud, l’uso pervasivo delle ICT, la digitalizzazione di processi, l’introduzione di sensoristica aziendale, l’uso della geolocalizzazione GPS, e le soluzioni di trasformazione digitale, che includono un ripensamento profondo delle finalità dell’azienda e il ridisegno complessivo del suo modello di business. Le prime sono importanti, certamente, ma soltanto come condizione preliminare allo scopo ultimo.
Il problema qui è che, come in ogni rivoluzione che si rispetti, è immediatamente chiaro qual è il passato che si intende distruggere ma è meno evidente il futuro che lo seguirà. Perciò la prima sensazione che si prova se si intende restare competitivi e crescere e si intraprende questa strada è quella di essere costretti a fare un rischioso salto nel vuoto.
Per ridurre l’incertezza, la reazione immediata della maggior parte degli imprenditori è quella di imitare quello che è già accaduto in altri contesti o mercati ritenuti più avanzati del proprio o di quello locale adottando le soluzioni già in uso presso altri.
La nostra esperienza ci ha reso consapevoli del profondo rischio di un atteggiamento del genere, che produce soltanto due risultati sicuri: l’omologazione del tuo business a quello altrui (e così perdi il vantaggio di poter essere originale in qualche cosa) e l’acquisizione di un pericoloso concorrente in più: quello che faceva già le stesse cose prima di te.
Al contrario, una buona strategia di trasformazione digitale deve far leva su quanto la tua azienda ha di più peculiare, su ciò che essa sa fare meglio. La trasformazione digitale deve avere come primo effetto quello di liberare il potenziale creativo della tua azienda.
Noi di Omura sappiamo quanto questo sia importante per il tessuto produttivo italiano fatto di piccole e medie imprese e di un patrimonio culturale ineguagliabile. A questo obiettivo mira la trasformazione digitale che proponiamo. Sappiamo che soltanto in questo modo il futuro sarà alla tua portata.
Omura ti aiuta a fare meglio ciò che sai fare meglio tu, quello che hai sempre fatto al meglio per la tua gente, per i tuoi clienti, per la tua azienda.
E il momento è ora: un altro studio di McKinsey mostra quanto la crisi della pandemia abbia trasformato per sempre il profilo delle aziende su scala globale.
E’ ora di abbracciare la rivoluzione digitale e di trasformare il proprio business per continuare ad avere successo.
Contattaci per un caffè insieme e scopri come possiamo aiutare la tua azienda